San Fruttuoso meta delle scorrerie saracene [segue]
L'incursione saracena del 936 a S. Fruttuoso
Nel 936 una delle incursioni saracene pił massicce sconvolge l'arco ligure orientale. Approfittando dell'assenza delle navi genovesi partite per colpire gli infedeli nelle loro basi, i
saraceni piombano sui borghi rivieraschi, portandovi distruzioni e saccheggi.
A
San Fruttuoso fu uno sterminio: rovesciate le mura, rubati i calici, le croci, gli arredi preziosi, doni di regine e imperatori, i bei codici, dati alle fiamme gli intarsi, le ville rigogliose di viti uliveti abbandonate, i religiosi trucidati o volti in fuga su per i dirupi del monte.
Non esiste alcun documento sulla distruzione dell'abbazia, tuttavia sappiamo che durante il X secolo le incursioni saracene causano la quasi totale scomparsa di altri cenobi costieri: sulla riviera di levante vengono in pratica annientati gli eremitaggi paleocristiani ed i monasteri di Portovenere e di Luni. Restano inviolate soltanto le abbazie della regione interna, come Brugnato, Aulla e Bobbio, troppo lontane e protette per essere raggiunte e depredate.
Dall'esame delle strutture architettoniche di
San Fruttuoso risulta che nell'ultimo ventennio del secolo X, ci fu un rifacimento totale del chiostro inferiore e della chiesa.
Tra la distruzione e la ricostruzione intercorrono alcuni decenni. Scompaiono la grandi aziende abbaziali dei secoli VIII e IX, condotte direttamente dalle comunitą monastiche organizzate secondo i sistemi poderali romani e il monastero si trasforma in un istituto feudale e come tale cade sotto il patronato delle grandi famiglie che ne riserbano il governo ai propri membri.

 

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