Pirati, brava gente
Pirati o corsari?
Per la fantasia popolare non c’è differenza, eppure il pirata che assale e depreda le navi, ha come unico scopo il bottino, mentre il corsaro opera, d’intesa con le autorità politiche del suo paese, quella che è appunto chiamata "guerra di corsa" per catturare le navi dei nemici.
Personaggi come Barbarossa e Dragut, ricordati in Occidente come feroci pirati, sono invece considerati corsari e addirittura eroi nazionali a Malta e sulle coste dell’Africa.
Khizir (1477-1546), soprannominato Barbarossa per il colore della sua barba, nel mondo arabo è chiamato Khair al-din o "protettore della fede". Uomo di grande cultura (conosceva almeno sei lingue), figura eminente alla corte di Solimano il Magnifico, aveva cominciato la carriera come rematore a bordo di una nave del fratello maggiore.
I fratelli Barbarossa trovavano facilmente appoggio e riparo lungo le coste dell’Africa Mediterranea: i covi di Algeri e di Tunisi erano circondati da regioni desertiche e l’unica risorsa per i popoli della costa era la possibilità di reperire denaro, merci e cibo che i corsari portavano a terra distribuendole alle popolazioni dell’entroterra.
I loro covi si trasformarono così in empori e persino in centri di cultura e di civiltà.

 

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