I pasti dei monaci [segue]
Cantati i vespri giungeva l'ora del pasto serale di pane con frutta. Tutto procedeva come per il pranzo.
Il digiuno era un rifiuto della ricchezza e di un modello di vita che era un vero e proprio schiaffo agli innumerevoli poveri del tempo, in favore dei quali esisteva sempre di più l'istituzione religiosa.
Poco prima delle due di notte una campanella suonava per svegliare i monaci, per farli alzare, recitare e cantare il "mattutino" in chiesa, quasi fino alle quattro vi restavano a pregare.
Al canto del gallo erano già tutti a lavorare nelle foresterie, edifici appositi per offrire ospitalità ai pellegrini di passaggio.

 

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