L'epigrafe del Beato Giovanni
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Nella chiesa parrocchiale di Ruta esiste una lapide funeraria di epoca paleocristiana, chiamata "epigrafe del Beato Giovanni". La lapide fu ritrovata, probabilmente nel 1500 fra i ruderi dell'ospedale vecchio, vicino alla chiesa romanica. Mons. Bossio ne parla nella sua relazione del 1582 ed interpreta le iniziali "B.M" come "Beato Martire", mentre "B. M" significherebbe "Bonae Memoriae" (di buona memoria) e sarebbe una formula usata nel V secolo, epoca a cui risale la lapide.
Quando e come sia arrivata lì resta un mistero. Nell'attuale chiesa parrocchiale esiste un'urna datata 1584, segno che le disposizioni di Mons. Bossio, in fatto di conservazione di
reliquie vennero rispettate. Quando nel XVII secolo venne costruita la nuova chiesa, la lapide venne smurata e risistemata nella parete sinistra del secondo altare di destra dedicato a S. Giovanni.
Secondo alcuni studiosi (Nicolò Schiappacasse e Roberto Figari), il Giovanni di cui si parla nell'epigrafe sarebbe un eremita, morto nel V secolo, vissuto in penitenza e meditazione in una grotta nella Cala dell'oro, in località Baracca. Narra la leggenda che il suo corpo venne rinvenuto da alcuni pescatori che lo seppellirono accanto alla Chiesa Millenaria di Ruta Padre Agostino Schiaffino, vissuto nel XVII secolo, racconta così il ritrovamento del corpo del Beato Giovanni in località Ospedale Vecchio di Ruta: "vedendo i viandanti e i pescatori" calar dei lumi dal cielo" presero a cavare in detto luogo ove ritrovarono il Sacro Corpo ed insieme ad esso una tavola di marmo"
Per molto tempo il simbolo posto all'inizio fece datare la lapide all'epoca di Costantino e B.M. venne interpretato come Beato Martire.
Oggi gli studiosi ritengono invece che la lapide sia del V secolo come testimonia il nome del console "FAUSTO IUNIORE" e B.M. viene letto come Bonae Memoriae, di buona memoria.
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