FLORA FAUNA

Formazione dell’Entella

Il fiume Entella divide con le sue acque le cittadine Chiavari e Lavagna. Comincia a chiamarsi fiume Entella a Carasco, dove scorre in una piana formata da detriti di erosione delle montagne portate dal fiume. Le acque sono divise in riva sinistra e riva destra, le rocce della riva destra (cioè di Chiavari) sono formate da carbonato di calcio, e quelle della riva sinistra (cioè di Lavagna) sono argillose di colore verde e grigio scuro.

Zona di erosione

In questa parte il fiume scorre in zone ad elevata pendenza (per esempio in tratti montuosi) tra rocce e massi formando salti, cascate e turbolenze.In questa zona, che in genere corrisponde all’alto corso del fiume, il flusso d’ acqua è perciò veloce e svolge soprattutto un’ azione di disgregazione sulle rocce che lambisce (azione di erosione). Le acque, quasi sempre limpide e trasparenti, hanno generalmente temperature piuttosto basse.

Zona di trasporto

In questo tratto il fiume di solito scorre attraverso terreni collinari, con pendenza inferiore rispetto alla zona precedente, e la velocità del flusso d’acqua è minore. Il fiume inizia la sua attività di deposito abbandonando le pietre più grosse i ciottoli che avevano asportato in precedenza nella zona montana; le sue acque però ancora sufficientemente veloci per trasportare verso la piana la ghiaia più fine e le particelle sabbiose. Le acque diventano, perciò, meno limpide e la loro temperatura più alta rispetto alla zona di erosione.

Zona di deposito

Quando il fiume giunge in pianura, nell’ultimo tratto del suo percorso, le pendenze si riducono ancora, la velocità e la corrente del flusso d’acqua si attenuano. I materiali trasportati, perciò, si depositano mano a mano secondo le loro dimensioni: per primi i frammenti di maggior diametro e più pesanti, successivamente, via via che la forza della corrente diminuisce, sedimentano anche le particelle più piccole e leggere. Si forma così una pianura alluvionale, cosiddetta perché costituita dai terreni sciolti e fini depositati dal fiume durante gli alluvioni. Nella pianura alluvionale il fiume ha un andamento tortuoso formato talvolta da una successione di curve in senso opposto l’una all’altra (i meandri). Il letto del fiume si allarga formando anse e lanche (cioè rami abbandonati dall’ alveo) con zone di acqua profonda. L’aspetto delle acque è ancora più torbido per elevato numero di particelle in sospensione che provengono dall’insieme degli esseri viventi che popolano il fiume, e soprattutto dalle attività dell’uomo che spesso vi immette rifiuti e acque inquinate. La temperatura aumenta e l’ossigeno disciolto si riduce notevolmente, soprattutto nei punti più calmi e profondi. Il fiume solca ora lentamente la pianura sino alla foce. Se il corso d’acqua sbocca in una zona di mare piuttosto aperta, i sedimenti trasportati vengono rapidamente rimossi dalle correnti marine formando un'unica foce allargata a imbuto, detta estuario (per esempio la foce dell’Arno, del Tevere o del Volturno). Quando, invece il fiume sbocca in un mare chiuso comunque con scarse correnti marine, i materiali trasportati rimangono sul posto: così il fiume si trova scorrere sui suoi stessi sedimenti e forma molti rami che, nell’insieme costituiscono il delta (sono, per esempio, dei delta le foci del Po, del Nilo o del Danubio).

Il basso corso del fiume

L’Entella nella sua foce ha le seguenti caratteristiche. Nel basso corso, quando il fiume scorre nella pianura alluvionale, la vegetazione si impianta rigogliosa lungo le sue sponde e mille zone adiacenti all’alveo, le golende, dove periodicamente si verificano delle innondazioni. Si tratta di una vegetazione riparia (cioè delle rive), composta in prevalenza da salici, pioppi, frassini e montani; questi infatti, sono gli alberi che meglio sopportano l’ umidità e possono perciò formare veri propri boschi su terreni umidi. Nei punti del fiume in cui la corrente è più lenta, la vegetazione colonizza anche l’ interno del corso d’ acqua: nelle anse più lente e nelle lanche si diffondono erbe palustri come i carici o le tife, e la superficie dell’ acqua si copre in ninfee. La fauna in questa zona fluviale è molto varia: la grande quantità di sostanze nutritive e la presenza di una vegetazione permanente permettono la sopravvivenza di un ecosistema ricco e complesso nel quale vivono:

  • tra gli invertebrati, numerosissimi insetti (scorpioni d’acqua, libellule, idrofili, mosche e zanzare) e le loro larve acquatiche.

  • Diffusi sono anche i vermi appartenenti agli Anellini:le sanguisughe e i rossi tubifex, immersi nel fango (che resistono molto all’inquinamento); nel fondale si possono poi trovare anche alcuni Molluschi simili alle cozze, agli Anodonta che vivono sommersi da uno strato di fango;

  •  tra i vertebrati si segnalano molte specie di pesci (carpe,tinche scardole, lucci, e anguille);rane, (rettili) come la biscia d’acqua, uccelli(come gli Aironi i Beccaccini, le Pittime e Martin Pescatore) e mammiferi (nel medio e nel basso corso di alcuni fiumi italiani è ancora presente la lontra.

  • Modificazioni e storia dell’Entella

    La piana dell’Entella è molto recente; si è formato nell’ultimo milione di anni in seguito all’accumulo dei materiali erosi dagli appennini e trasportati verso il mare.
    L’Entella periodicamente allagava la zona e modificava nel tempo il suo alveo formando meandri in continua evoluzione,determinando variazioni dello sbocco al mare del fiume.
    L’Entella formò ampie zone paludose che rappresentano un sicuro rifugio per un gran numero di specie animali e vegetali.
    I primi insediamenti abitativi della zona nacquero lontane dal fiume e dalla terra. Invece nei tempi più recenti si assistì ad un’espansione verso il fiume.
    L’attuale centro storico risale al XII secolo quando la repubblica di Genova fece costruire un castello alla sommità del colle e diede l’avvio ad una vera e propria fondazione di una città circondata da una cinta muraria che si diramava ai due lati del castello e scendevano lungo le colline e si chiudevano a forma rettangolare. Nel 1700 vennero smantellate le pianure,mentre nel 1800 si assistì all’espansione moderna della città con l’apertura di strade verso il mare e la costruzione di un primo argine lungo il fiume.
    I rapporti con Chiavari vennero facilitati già nel X secolo, dalla costruzione di un primo ponte di legno.
    All’inizio del 1200 fu eretto il ponte della Maddalena che da solo garantì per cinque secoli un’adeguata comunicazione con la sponda opposta; attorno alla seconda metà del 1700 venne costruita dalle truppe francesi di passaggio, un ponte in prossimità dal mare. Un secolo più tardi fu ampliato il vecchio ponte della Maddalena, ormai insufficiente per il crescente traffico commerciale.
    Già all’inizio del 1700 si costruirono palizzate e canali,e fu per far sfogare le acque che si costruirono le prime dighe.
    I terreni così recuperati furono coltivati e dopo destinati a nuovi insediamenti abitativi. Infatti la vegetazione è cambiata con la modificazione degli argini. 
    In questo modo Chiavari e Lavagna si avvicinarono sempre di più fino a diventare quasi un unico agglomerato urbano. C’è da dire che le piante che si trovano sugli antichi margini facevano rallentare le acque mentre adesso che gli argini sono in cemento e non permettono alle piante di arrivare sui margini e calmare le acque, quando c’è piena, il fiume arrivava a sfociare sempre con più violenza.
    Infatti di recente è caduto un pilastro di cemento del ponte che collegava Lavagna con S.Salvatore.

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