Analisi
del territorio con particolare riferimento all’aspetto geomorfologico.
|
||
Anche in val Petronio gli eventi tettonici del Giurassico e dei periodi geologici seguenti hanno fortemente condizionato le forme del paesaggio, la vegetazione e l’attività antropica . Le rocce più antiche della successione ofiolitica sono rappresentate dalle serpentiniti, rocce molto diffuse nella vallata. La colorazione è molto scura, spesso quasi nerastra con tonalità verdi o talvolta bluastre , più o meno grigia o bruna per alterazione superficiale. Spesso sono ben riconoscibili grossi cristalli con superfici piane , lucenti che sulle superfici alterate risultano in rilievo. Si tratta di ortopirosseno più o meno serpentinizzato (bastite ). Le serpentiniti sono intruse da gabbri, sotto forma di filoni. I gabbri sono rocce magmatiche intrusive, derivano cioè dalla lenta cristalizzazione di un magma in profondità; le dimensioni dei singoli minerali costituenti, sono perciò grandi e ben visibili ad occhio nudo. Si possono riconoscere il plagioclasio, lattiginoso per successivi processi di trasformazione, il clinopirosseno, verdastro con superfici brillanti di sfaldatura e talvolta l’olivina , trasformata in aggregati verdastri di clorite ed anfiboli. Gabbri e serpentiniti sono localmente ricoperti dai basalti, che possono anche formare filoni, specialmente entro i gabbri. I basalti presentano composizione simile a quella dei gabbri, essendo composti principalmente da plagioclasio e clinopirosseno, ma essendo cristalizzati in condizioni superficiali e quindi di rapido raffreddamento , presentano grana fine, spesso riconoscibile solo con una buona lente. La colorazione varia da verde – bruna o bruno – rossastra e sono presenti caratteristiche strutture “a cuscini” dovute alla fuoriuscita del magma in profondità, sotto l’acqua del mare. Strutture a cuscini molto evidenti, possono essere osservate lungo la val Graveglia e tra Bargone e il Bocco di Bargone, più precisamente in località Groppaggi dove si erge una colata di basalti detti a cuscini o “pillows” , che sono il risultato di un’antica eruzione sottomarina e che presentano forme molto caratteristiche. Tutte le rocce precedentemente descritte, dette ofioliti , sono ricoperte dai diaspri . Questi sono sedimenti silicei in strati sottili a colorazione spesso rossa per presenza di ematite , ma anche verde o biancastra. Talvolta contengono livelli neri mineralizzati a manganese importanti un tempo per l’industria estrattiva. ( miniere del monte Alpe). La sedimentazione si continua con calcari bianchi, fini, debolmente silicei, detti calcari a Calpionella e successivamente con argilliti scistose grigie o nerastre a livelli di calcari grigi siltoso – marnosi. Particolarmente significativa è la presenza dei
diaspri del monte Treggin , che danno vita a pareti rosso brune
accidentate e dei calcari a calpionelle, in cui risalta il bianco della
roccia e si producono forme di carsismo, particolarmente evidenti nelle
grotte del Frascarese, ubicate lungo l’omonima valle nel comune di
Castiglione Chiavarese, che nella prima metà degli anni ’70
suscitarono l’entusiasmo degli appassionati studiosi e dei ricercatori
per la scoperta di resti dell’uomo del Neolitico. L’origine di molti insediamenti storici della
valle, come Bargone, Campegli e Masso, poggiano invece su accumuli di
materiali sciolti di antichi movimenti franosi ( paleofrane ) , che
hanno favorito gli insediamenti agricoli per la loro bassa acclività ,
la migliore lavorabilità del terreno e le ottime caratteristiche
idrogeologiche. In corrispondenza di questi accumuli si sono formate
anche ampie spianate in quota, di cui le più importanti sono le aree
degli stagni di Roccagrande e la zona prativa di Pian della Zeppa, che
meritano una segnalazione particolare per le bellezze naturalistiche e
ambientali. Depositi alluvionali si trovano lungo il fondovalle
del torrente Petronio e
sono costituiti in prevalenza da materiali ghiaioso – sabbiosi : gli
esempi più significativi sono osservabili a monte di Castiglione
Chiavarese e nel tratto tra Masasco e Riva Trigoso. La
storia geologica La comparsa di rocce serpentinitiche al di sotto di rocce deposte in ambiente marino(basalti e sedimenti )presuppone che la soprastante crosta continentale, si sia lacerata permettendone così la risalita: è questo un processo analogo a quelli che hanno dato luogo alla formazione degli oceani. E’ possibile datare questo evento al periodo
Giurassico ; la risalita di parti del mantello è accompagnata in più
fasi da processi di fusione parziale
delle rocce peridottiche (= rocce eruttive ultra basiche ), con
formazione di fusi basaltici: questi cristallizzando in profondità
hanno dato origine ai gabbri mentre effondendo sul fondo marino, si sono
solidificati sotto forma di basalti. Reazioni chimiche tra l’acqua marina e le rocce in
via di raffreddamento hanno favorito la formazione dei diaspri e delle
mineralizzazioni a manganese in essi contenuti. Successivamente si ha deposizione in un mare apertoe
relativamente profondo di fanghi calcarei ( Calcari a Calpionella ). Iniziano nel frattempo i primi eventi che preludono
all’Orogenesi Alpina; le prime torbide sono già riconoscibili nelle
Argille a Palombini, ma diventano sempre più evidenti e ricche di
materiali grossolani negli Scisti della val
Lavagna e nelle Arenarie del Monte Gottero. Le
condizioni metamorfiche delle rocce osservabili in questa zona , sono
relativamente modeste , tuttavia hanno provocato modificazioni
abbastanza importanti nella composizione mineralogica e sono
all’origine di molte concentrazioni di minerali, anche utili, come ad
esempio le mineralizzazioni a solfuri. Aspetti
mineralogici e mineralizzazioni di importanza estrattiva. Le rocce ofiolitiche sono spesso ricche di mineralizzazioni vistose, interessanti per i collezionisti. Nella maggior parte dei casi queste mineralizzazioni,
deposte in fratture ad opera di soluzioni idrotermali, risultano assai
modeste e quindi, per lopiù, di scarso interesse industriale. Fanno eccezione i giacimenti di manganese, formati
durante la sedimentazione dei diaspri e costituiti prevalentemente da
braunite nera e compatta.. Nelle fratture
della braunite e dei diaspri si è in seguito formata una gamma di
mineralizzazioni manganesifere, eccezionalmente ricca di specie. Sul Monte
Porcile, risalendo da
Bargone per una mulattiera,
si trova una miniera abbandonata di manganese e così pure sul Monte
Zenone e sul Monte Alpe .
Tra i minerali presenti troviamo : Braunite:
masse compatte o granulari nere. Manganite:
compatta e fibrosa metallica nera. Pirolusite :
compatta o pulvurulenta nera. Quarzo :
limpidi o di vari colori. Anche sul monte
Pu (900 m. circa ) troviamo tracce di manganese e rame sul versante
occidentale; oltre a minerali analoghi a quelli descritti in precedenza
, è presente la Pirite : compatta o granulare associata a vari minerali di rame. Le mineralizzazioni a solfuri , hanno dato luogo ad
estrazioni, rappresentando per lungo tempo, assieme alle miniere di
manganese , una delle principali risorse della zona. Le mineralizzazioni estratte a Libiola erano rappresentate fondamentalmente da solfuri di ferro e
di rame ( pirite e calcopirite ), localizzate in particolare lungo i
contatti tra basalti e brecce serpentinitiche. A Libiola erano
presenti i seguenti minerali: Azzurrite :
patine o incrostazioni azzurre. Bornite :
compatta iridescente. Calcantite :
incrostazione o stalattitica di colore azzurro , nelle gallerie. Calacopirite
: compatta. Crisocolla :
compatta verde – azzurra. Cuprite :
granulare rossastra. Epsomite : incrostazioni
bianche nelle gallerie. Gesso :
piccoli incolori. Limonite :
terrosa o compatta bruna . Malachite :
incrostazione o fibrosa verde . Melanterite :
in stalattiti verde – azzurre, nelle gallerie. Pirite :
compatta o granulare Rame nativo :
piccole masserelle o dendriti rosse. Anche a Bargone
e a Gallinaria
, circa 2 Km. Prima di Bargone
, si trovano miniere abbandonate di pirite e rame ; la zona è
inoltre ricca di minerali. In località Acquafredda
,prima di Castiglione Chiavarese, con deviazione a destra, si
raggiunge la miniera abbandonata di rame di Monte
Loreto , varia la presenza di minerali, tra cui Bornite, Calcopirite . Quarzo
, Pirite, Nefrite , Thomsonite. |
||